COMUNICATO STAMPA
Painted Smiles
Sorrisi Dipinti
Dietro un’apparente ipocrisia, si
cela un pensiero negato.
Acicastello (CT), Castello
Normanno
dal 29 Luglio al 27 Agosto 2006
Conferenza per la stampa: Giovedì 27
Luglio Ore 18.30
(invito per un Tea a casa
dell’Artista solo per operatori con prenotazione)
presso la Casa Museo sotto l’Etna
(CT).
Il Comune di Acicastello,
in collaborazione con l’Artista Claudio Arezzo di
Trifiletti, e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del
Comune di Catania, presenta l’evento "
Sorrisi Dipinti : dietro un’apparente ipocrisia, si cela un pensiero
negato ".
All’interno dell’incantevole scenario
offerto dal Castello Normanno di Acicastello, Claudio Arezzo di Trifiletti
dopo il successo dello scorso anno con "Percorso Inverso: Uso e Riuso
della materia" riproporrà un percorso visivo e sonoro, perfettamente
integrato con uno dei più suggestivi scenari della Sicilia.
Fra fiumi di Incenso e fiamme,
saranno presentate le ultime opere dell’Artista, giovane Talento Catanese,
che parlano del culto dell’apparenza, dell’impoverimento della
comunicazione nei tempi odierni.
Inaugurazione:
Sabato 29 Luglio Ore 19.30 (ingresso
libero)
Orari mostra:
Tutti i giorni
h. 08.30 - 12.30
h. 16.00 - 20.00
Quali obiettivi vuoi realizzare
con questa tua mostra?
Attraverso i miei dipinti vorrei riuscire a stimolare la coscienza della
gente, spingere le persone a riflettere di più. Oggi non siamo più
abituati a condividere sentimenti ed emozioni, viviamo con un costante
atteggiamento di chiusura e alienazione, i semplici gesti che trasmettono
emozioni, come l’abbraccio, non vengono apprezzati o addirittura vengono
fraintesi. Le persone stanno dimenticando cos’è l’amore perché lo
identificano con la pace, in realtà si tratta di due cose diverse: la pace
dell’essere può essere raggiunta anche nell’isolamento, l’amore presuppone
condivisione di emozioni ed empatia.
Quando ti sei reso conto di
possedere
una vena artistica?
Già da piccolino avvertivo un forte bisogno di esprimermi. Sia a scuola
che in famiglia ero assente, mi rifugiavo in una dimensione interiore che
mi permettesse di estraniarmi dall’ambiente reale e di vivere in un mondo
tutto mio, alternativo, più ricco di quello reale. Sono sempre stato un
attento osservatore del mondo e della gente. Io credo nella
reincarnazione: un mago una volta mi disse che in una vita passata ero un
eremita… in questa vita, al contrario, ho deciso di esprimere e
condividere anche la mia dimensione interiore.
Ho iniziato ad esternare il mio desiderio di espressione ed interazione
col mondo, dedicandomi ad attività che mi permettessero di stare a stretto
contatto con la gente.
All’epoca ero un sognatore: ho aperto una discoteca allo scopo di creare
una dimensione al di fuori del reale, una sorta di oasi, un’isola dove la
gente riuscisse ad essere sé stessa, mettendo da parte l’apparenza.
Essermi addentrato in quel mondo, mi ha permesso di capire tante cose:
innanzitutto il continuo contatto con la gente ha affinato la mia capacità
di comprendere le persone, mi rendevo conto che quelle che mi circondavo
non erano felici e che io mi arricchivo coltivando i vizi e le infelicità
altrui. Ero sceso a compromessi con un tipo di società (occidentale,
consumistica) che non ti impartisce regole di vita, ma obiettivi standard.
Grazie a questa esperienza ho però avuto un’illuminazione: non tutti i
mali vengono per nuocere, i mali ti si presentano nel corso della vita per
permetterti di conoscere e capire la vita stessa, per presentarti cos’è la
vita.
Stanco di quel tipo di vita, ho deciso di andare a vivere per un periodo
in India alla ricerca di nuovi stimoli: ho così intrapreso un percorso di
crescita spirituale che mi ha permesso di giungere alla comprensione che
ho oggi.
Ho capito che è possibile ed è bello costruire qualcosa di importante non
con i soldi, ma con la creatività: ho iniziato a dar spazio alla mia
creatività investendo e canalizzando la mia energia attraverso un percorso
che non intacca i miei ideali, i miei principi, i miei valori.
Ho deciso di dedicarmi interamente all’arte!
Inizialmente non volevo esporre le mie opere… poi sono stato convinto a
farlo: così sono ritornato ad appartenere al mondo!
Cosa rappresenta l’arte
nel tuo percorso di vita?
L’arte è ciò per cui vivo. Ho ricevuto allentanti proposte di lavoro al di
fuori della Sicilia e anche dell’Italia, ma ho rinunciato, scegliendo di
seguire un percorso inverso rispetto a quello standard.
In Sicilia, realizzare progetti ambiziosi, farsi conoscere, acquisire
visibilità, riuscire a diffondere tramite l’arte un messaggio, è
particolarmente difficile. Molti, scoraggiati dalle difficoltà, vanno via,
rinunciano a lottare per valorizzare le tante risorse che la nostra terra
possiede. Io credo che sia giusto rimanere per esprimere qualcosa, per
dare degli input, per lasciare alle generazioni future degli stimoli che
li spingano a rimanere, evitando così che le risorse migliori vadano via e
quelle mediocri rimangano.
Qual è la tua visione dell’arte
in relazione alla realtà?
Oggi tutte le forme di manifestazioni artistiche sono appiattite,
statiche, standard. Io voglio invece che ciò che faccio vada al di la dei
canoni e delle regole, sia qualcosa di originale che esprima la ricchezza
e la varietà della mia dimensione interiore. La società tende ad
omologare, ad appiattire le diversità, io penso invece che bisogna
valorizzare la profondità infinita dell’individualità dell’essere umano.
Per me l’arte non è riproduzione fedele e precisa della realtà esterna, ma
espressione della dimensione interiore dell’uomo.
Chi è Claudio?
E’ un ricercatore! Un ricercatore che cerca di comprendere e spiegare agli
altri l’irrazionalità e l’energia che l’essere umano possiede e che una
persona comune potrebbe definire pazzia.
Credo che l’arte sia anche una religione, una filosofia, uno stile di
vita.
Attraverso l’arte, esprimiamo quei pensieri e anche quelle follie che
arricchiscono la realtà.
A livello economico la mia attività non mi dà molto, mi dedico all’arte
per un altro scopo… lasciare all’umanità una quantità di opere d’arte
talmente grande da permettermi di essere ricordato nel tempo.
Quale, tra le tante manifestazioni
artistiche alle quale ti dedichi, ti soddisfa di più?
Il mio sogno è che qualcuno (sicuramente una persona fuori dal comune, con
una notevole forza interiore) mi proponga di ridisegnare una piazza,
magari quella di una zona periferica e socialmente degradata. Avendone la
possibilità, riempirei tale piazza di spazi verdi, laghetti, piccole
cascate, alberi particolari, creerei sotterranei dotati di oblò dai quali
“spiare” il mondo dal basso, scriverei poesie sul pavimento, darei alla
gente che la frequenta la possibilità di praticare la cromoterapia… darei
vita ad un luogo capace di dare emozioni, progettato e costruito a misura
di bambino.
Non accetto il nostro mondo così com’è, per questo sogno di costruire io
un mondo diverso in cui vivere: un progetto che sto cercando concretamente
di realizzare riguarda il palazzo in cui vivo, che vorrei completamente
ridipingere.
Secondo te, perché la tua mostra
dell’anno scorso è stata
riconfermata
e riproposta al pubblico?
Sicuramente perché il comune mi ha dato dei riconoscimenti e perché ho
potuto contare sull’aiuto di importanti collaboratori.
Chi è il tuo pubblico?
Cosa pensi di lui?
Non mi importa che le mie mostre siano frequentate da gente ricca o
importante, mi interessa che ci siano le anime.
In realtà non posso dire di avere già un pubblico: non sono ancora molto
conosciuto come artista.
Le persone che visitano le mie mostre, in generale, credo siano persone
semplici che vivono poco l’arte e la conoscono solo attraverso i libri e
la tv.
Una scarsa conoscenza dell’arte spesso spinge la gente a fare delle
associazioni superficiali tra gli artisti: mi è capitato in passato di
essere paragonato a Munch, in realtà il confronto non mi piace… ogni opera
d’arte è un capolavoro unico perché espressione dell’individualità di chi
l’ha creato.
C’è qualche particolare curioso,
riguardante le tue mostre,
di cui vuoi parlare?
Nonostante l’importante aiuto dei collaboratori, cerco sempre di fare
il più possibile da solo, soprattutto per quanto riguarda l’allestimento
degli interni in cui le mostre vengono realizzate.
Per esempio, per me, è importantissimo l’utilizzo dell’incenso (lo
considero un richiamo per gli angeli) e delle candele (bruciano ciò che di
negativo c’è nell’aria e rappresentano uno strumento di comunicazione con
l’aldilà).
Una volta, a Parigi, a causa di problemi tecnici, per l’allestimento di
una mostra, decisi di ricoprire l’intero pavimento di foglie secche
(raccolte da me) per coprire il pavimento.
Qual è il significato dei “painted
smiles” ?
Si tratta di sorrisi “di facciata”, fatti con il viso, ma non con il
cuore… sono i sorrisi delle persone che vogliono apparire felici, ma in
realtà non lo sono… sono i sorrisi di chi nasconde la propria
individualità dietro il conformismo di una società dell’apparenza… sono il
simbolo dell’ipocrisia di un mondo che ostacola l’espressione della nostra
interiorità.
I “sorrisi dipinti”, esposti alla mia mostra, in realtà, sono immagini che
ricoprono dei quadri preesistenti, dipinti da me in passato e carichi di
angoscia.
Con i miei quadri voglio diffondere dei messaggi in grado di raggiungere
la gente… la gente non avrebbe mai apprezzato i dipinti “nascosti sotto i
sorrisi” perché troppo carichi di sensazioni negative.
Inoltre, riempiendo con macchie di colore delle forme precostituite,
conferisco al dipinto un nuovo significato… si tratta di una tecnica che
valorizza l’imperfezione della macchia di colore.
Cosa ti aspetti dall’inaugurazione
della mostra?
Quando uno stimolo esterno ci colpisce, questo ci lascia qualcosa dentro:
voglio che i miei dipinti colpiscano la gente, suscitino nelle persone
delle emozioni, facciano emergere gli stessi pensieri che io ho provato
mentre creavo l’opera.
Quali sono i colori che
preferisci?
Ogni colore ha uno specifico significato perché suscita delle emozioni ben
precise. Sicuramente non potrei mai rinunciare al bianco, al rosso e al
nero. Mi piace particolarmente il viola per il senso di mistico che
trasmette. L’arancione mi fa pensare al tramonto e quindi alla fine di
qualcosa e l’inizio del nuovo giorno, l’azzurro mi da il senso dell’
infinito (perché è il colore del cielo), e così via.
Progetti per il futuro?
Dopo aver raggiunto i miei obiettivi in Sicilia, voglio perseguire
l’obiettivo nazionale (ho già in programma per il prossimo inverno delle
mostre a: Ferrara, Roma, Milano e Bologna) ed internazionale.
Voglio che dopo la mia partenza, la mia casa, con tutte le opere d’arte
che contiene, rimanga aperta al pubblico.
Hai mai dedicato dei quadri a
qualcuno?
Lo faccio sempre. In tutte le mie opere inserisco qualche elemento legato
al mondo e alle persone che mi circondano. Qualsiasi stimolo esterno che
mi lascia un segno dentro, viene in qualche modo rappresentato nelle mie
opere.
Catania, 22 luglio
2006
Testi e Foto:
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